Prestito delega: gli obblighi del datore di lavoro e tutto quel che concerne la delega di pagamento dal punto di vista dell’azienda

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Il prestito delega è un finanziamento riservato esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato. Questo prodotto presenta molte similitudini con la cessione del quinto, a partire dal meccanismo di rimborso mediante trattenuta in busta paga: per questo motivo, la delega di pagamento è anche conosciuta con il nome di cessione del doppio quinto. In questo frangente analizzeremo in dettaglio gli obblighi del datore di lavoro e tutto quel che concerne il prestito delega, che consente ad un lavoratore di ottenere una somma di denaro elevata restituendo il dovuto, attraverso una cessione fino a due quinti massimo del proprio stipendio.

Prestito delega e cessione del quinto: il significato

Come abbiamo detto, cessione del quinto e prestito delega hanno molte analogie, ma nel loro nome si cela la sostanziale differenza che connota i due prodotti.

Nel primo caso il lavoratore cede una quota del proprio stipendio liberamente, nel secondo caso invece deve delegare l’azienda alla cessione dei due quinti.

L’azienda passa dunque da un ruolo passivo nella cessione del quinto a un ruolo attivo nella delega di pagamento, essendo parte in causa nell’erogazione e soprattutto nel rimborso del finanziamento. La delega infatti si presenta per il datore di lavoro come un atto discrezionale, e non obbligatorio.

Cosa deve fornire l’azienda al lavoratore

La domanda di finanziamento viene inoltrata alla società finanziaria o all’istituto di credito dal singolo lavoratore, ma nel momento in cui comincia la fase istruttoria, l’azienda deve fornire alcuni documenti necessari per l’approvazione del prestito delega, ovvero:

  • Certificato di stipendio
  • Eventuale altra documentazione attestante reddito e contratto di lavoro
  • Autorizzazione alla cessione del doppio quinto

A seconda del singolo caso, la banca o finanziaria potrebbe richiedere una serie di documenti necessari per l’approvazione definitiva della domanda, ma in genere basta il mero certificato dello stipendio, che va ad unirsi alle ultime due buste paga e i documenti personali del richiedente. Più delicato e determinante è invece il consenso formale per la cessione dei due quinti sulla retribuzione netta mensile del lavoratore dipendente.

Perché serve il consenso del datore di lavoro?

In parte lo abbiamo già spiegato, ma specifichiamo meglio il ruolo del datore di lavoro nella delega di pagamento: in base a quanto prevede la normativa vigente in materia,

un’azienda può anche rifiutarsi di concedere la cessione del doppio quinto al proprio dipendente, impedendo di fatto una conclusione positiva dell’iter di finanziamento. Questo perché appunto è il datore di lavoro che decide, su delega dell’interessato, mentre nella cessione del quinto egli viene avvisato a cose fatte della trattenuta in busta paga, su comunicazione dell’ente di credito.

Dunque per erogare il prestito delega è necessario il consenso del datore di lavoro, il quale deve rilasciare un’autorizzazione formale o al lavoratore direttamente, oppure all’istituto finanziario che procede alla valutazione della domanda, per conto del richiedente prestito.

La tipologia di azienda

Secondo le disposizioni di legge in materia, il prestito delega è riservato a dipendenti pubblici, statali e privati. Se le prime due categorie, avendo come datore di lavoro lo Stato o enti pubblici parastatali, non devono soddisfare particolari requisiti, viceversa per i dipendenti privati esistono degli obblighi per la tipologia di azienda. L’impresa deve innanzitutto avere un numero di dipendenti superiore a 15-20, e avere solo ed esclusivamente una di queste ragioni sociali:

  • Coop
  • Spa
  • Srl

Tutte le altre tipologie di azienda vedono i propri dipendenti esclusi dalla possibilità di ottenere un finanziamento sotto forma di delega di pagamento.

TFR ed anzianità di servizio

Oltre alla tipologia di azienda, il lavoratore dipendente privato deve soddisfare una serie di requisiti per poter accedere al prestito delega. Un lavoratore appena assunto o assunto da pochi mesi non possiede infatti un TFR accantonato in azienda di entità sufficiente per garantire il capitale da erogare. Il TFR come è noto è direttamente collegato agli anni di anzianità di servizio trascorsi nell’impresa. Tuttavia le società finanziarie possono anche valutare

come alternativa a un TFR insufficiente o non presente una eventuale pensione integrativa da mettere sul piatto come garanzia. Molti lavoratori infatti hanno trattamenti pensionistici ad integrazione di quella principale.

Questi sono pertanto gli elementi distintivi che rendono possibile l’erogazione del prestito con delega di pagamento anche per i lavoratori dipendenti privati: soddisfacendo questi requisiti, sia quelli previsti per l’azienda che per il lavoratore, è possibile ottenere senza problemi un capitale per realizzare i propri progetti.

La cessione del doppio quinto

Il prestito delega si basa su un meccanismo di rimborso del capitale, più gli interessi e le spese correlate, fondato su una trattenuta diretta in busta paga: questo vuol dire che è il datore di lavoro a procedere, per conto del proprio dipendente, all’ammortamento del debito.

L’importo massimo della rata di rimborso arriva pertanto fino al 40 per cento della retribuzione netta mensile. Per i lavoratori dipendenti, nel caso abbiano già altre detrazioni sulla busta paga, tale importo può raggiungere il limite del 50 per cento dello stipendio, il massimo consentito per legge dallo Stato.

Analogie e differenze con la cessione del quinto

Qui di seguito riportiamo uno schema indicativo con tutti i punti in comune tra prestito delega e cessione del quinto per i lavoratori dipendenti:

  • Meccanismo di rimborso mediante trattenuta in busta paga
  • Rata fissa e costante per tutta la durata dell’ammortamento
  • Piani di rimborso personalizzabili fino a un massimo di 120 mesi (10 anni)
  • Nessun garante
  • Nessun giustificativo di spesa
  • Possibilità di rinnovo secondo precise tempistiche
  • Possibilità di finanziamento per protestati e cattivi pagatori
  • Prestito possibile anche con altri finanziamenti in corso
  • Presenza di una polizza assicurativa su rischio vita e impiego

Benché le abbiamo accennate lungo i capitoli fin qui descritti, riportiamo in una tabella anche le differenze tra cessione del quinto e prestito con delega:

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Il ruolo dell’assicurazione

Mentre per un lavoratore dipendente che chiede la cessione del quinto l’assicurazione sul credito è un’opzione facoltativa, nel prestito delega si presenta come un obbligo, richiesto esplicitamente dall’istituto di credito o la società finanziaria.

La polizza assicurativa, che copre tutti gli eventi che potrebbero pregiudicare la continuazione dei pagamenti, come decesso anticipato, malattia grave o perdita del lavoro, viene rateizzata e inserita nel computo della rata mensile di ammortamento trattenuta in busta paga.

Come rinnovare la delega di pagamento

Il prestito delega può essere rinnovato prima della sua naturale scadenza nelle stesse tempistiche e modalità della cessione del quinto: ovviamente anche in questo caso è necessario sempre avere il consenso del datore di lavoro. Il rinnovo del prestito delega funziona in questa maniera:

  • Se il piano di ammortamento originario è di durata pari o inferiore ai 60 mesi, il rinnovo può essere fatto subito, ma la durata deve essere allungata al suo massimo, ovvero 120 mesi
  • Se il piano di ammortamento originario è di durata superiore ai 60 mesi, il rinnovo può essere effettuato dopo che è stato regolarmente rimborsato il 40 per cento del piano originario, ovvero due quinti

La delega di pagamento viene richiesta nella maggior parte dei casi quando il lavoratore ha già in corso una cessione del quinto con un debito residuo molto elevato, e non è in grado di effettuare il rinnovo. In ogni caso è bene tenere presente che il meccanismo di rinnovo è esattamente identico per entrambe le tipologie di prodotto, se si intende effettuare un rinnovo anche del prestito delega.

Il prestito delega a protestati e cattivi pagatori

La presenza della busta paga e di un contratto di lavoro a tempo indeterminato rende possibile l’erogazione del prestito delega a protestati, cattivi pagatori iscritti nel registro Crif, soggetti che hanno subito un pignoramento del proprio stipendio.

Anche se il datore di lavoro deve fornire il proprio consenso al prestito delega, non è affatto scontato che ponga un rifiuto al proprio dipendente che ha  avuto disguidi finanziari nel recente passato. Pertanto esistono concrete possibilità di ottenere un finanziamento anche in presenza di segnalazioni negative nei registri del circuito bancario, che normalmente impedirebbero l’accesso al credito.

A chi rivolgersi per il prestito delega?

Come ogni prodotto finanziario, il prestito delega può essere richiesto presso diversi soggetti del mercato del credito, ovvero:

  • Istituti di credito tradizionali (ad esempio banche)
  • Società finanziarie specializzate
  • Agenzie di intermediazione
  • Enti finanziari on line

Il suggerimento in ogni caso è di richiedere più preventivi, in modo da poter valutare le condizioni finanziarie applicate al prodotto (tassi di interesse TAN e TAEG, costo dell’assicurazione, eventuali spese accessorie) e scegliere la più conveniente.

Conclusioni

A differenza di altri prodotti finanziari, il prestito delega non è frutto esclusivo del rapporto tra il richiedente e l’istituto di credito, ma diventa una triangolazione in cui anche l’azienda esercita un ruolo decisivo. Il fatto che il datore di lavoro possa discrezionalmente decidere se consentire o meno la cessione del doppio quinto in busta paga rende la delega di pagamento un finanziamento alquanto particolare, differente sia dal prestito personale classico che dalla cessione del quinto, con cui pure condivide molte caratteristiche peculiari.

Il prestito con la delega di pagamento consente di ottenere somme di denaro molto importanti, ma costituisce anche un impegno oneroso, giacché bisogna rinunciare per la propria quotidianità a circa metà del proprio stipendio, per un periodo di tempo anche molto lungo. Al netto delle valutazioni di ognuno circa la convenienza, il prestito delega resta uno strumento assai valido soprattutto per chi ha già una cessione del quinto in corso e necessita di urgente liquidità aggiuntiva, non potendo rinnovare la mera cessione.

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